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Per il quarto anno consecutivo, il mercato mondiale della musica registrata evidenzia una crescita del 9,7%. È quanto ha confermato l’IFPI, organizzazione che rappresenta gli interessi dell’industria discografica a livello mondiale, nel Global Music Report 2019.

Lo streaming rappresenta da solo il 34% dell’intero mercato ed ha più che compensato il calo del 10,1% delle entrate fisiche che ed il calo del 21,2% del download.

Per il quarto anno consecutivo, l’America Latina è stata la regione in più rapida crescita (+ 16,8%) grazie in particolare al Brasile (+ 15,4%) e al Messico (+ 14,7%). La regione Asia e Australasia (+ 11,7%) è cresciuta fino a diventare la seconda regione per fatturato combinato fisico e digitale, con una crescita particolarmente forte in Corea del Sud (+ 17,9%). Vengono poi Germania, Francia, Corea del Sud, Cina, Australia, Canada e Brasile.

A sorpresa risulta fuori dalla classifica l’Italia, territorio ad alto potenziale sia per lo stream premium che per quello ad-supported.

“Il calo del fisico e la crescita esponenziale dello streaming nel 2018 conferma il trend degli ultimi anni e certifica come lo streaming sia sempre più la fonte principale di introito per l’industriasottolinea Federico Montesanto, Presidente di MIA-Musica Indipendente Associataquesti numeri devono farci ragionare su dove stia realmente andando il mercato e su come sia cambiato il modello di business e quindi a come il ruolo delle etichette debba essere ripensato in termini di servizi digitali per i propri artisti”.